sabato 18 giugno 2022

venerdì 3 giugno 2022

LINEE GUIDA PROGETTO E SPETTACOLO

 

VOCI DI DENTRO – VOCI DI FUORI

Spettacolo teatrale COME SEMI D’AUTUNNO

L’obiettivo del progetto “voci di dentro-voci di fuori” (finanziato dai fondi dell’otto per mille della Chiesa Valdese)  è quello di usare il teatro come strumento capace di abbattere i muri fra l’interno e l’esterno del carcere mettendo insieme studenti e detenuti. Il teatro, da una parte offre al detenuto un validissimo strumento per la revisione del percorso di devianza e la costruzione di un futuro reinserimento sociale; dall’altra, consente ai giovani di superare stereotipi e pregiudizi e fare esperienza diretta della realtà carceraria. In tal modo, i componenti della compagnia “crescono” assieme, in un percorso di conoscenza reciproca, di scambio e confronto a vantaggio di tutti.  La sfida posta dal progetto non si limita al mero “intrattenimento culturale” di detenuti e studenti: i principali risultati attesi sono quelli di sviluppare una nuova consapevolezza del sé e valorizzare le risorse personali; stimolare negli studenti un’ampia riflessione sul significato e l’importanza di valori etici e civili; ridurre la distanza fra carcere e città, favorendo processi di inclusione sociale e partecipazione attiva da parte della comunità esterna all’azione rieducativa. Attraverso la ricerca e la sperimentazione dell’arte teatrale si intende favorire processi di inclusione sociale dei detenuti, promuovere la legalità e prevenire i comportamenti a rischio nei giovani

Il progetto si è sviluppato inizialmente durante la pandemia, e dunque durante i vari lockdown, con un laboratorio di Teatro sociale e narrazione che si è svolto principalmente on line con studenti ed ex detenuti o detenuti ai domiciliari. Nel laboratorio si sono tracciate le linee guida di un copione dove tutti con la narrazione del sé hanno messo nero su bianco problematiche relative al proprio vissuto quotidiano. Conseguentemente è stato fatto sempre on line il laboratorio di scrittura. I testi sono stati poi rielaborati dallo stesso docente che ha condotto i due laboratori che ha così unito i vari racconti e dato forma al copione finale.

 

Nel carcere di Pescara, infine, si è svolto il laboratorio condotto da regista e tutor dell’Associazione per l’attribuzione dei ruoli, le prove di recitazione e la messa in scena dello spettacolo. La scena si volge nella strada di una città, di giorno e di notte, dove si incontrano persone di varia età e provenienza che si scambiano battute e racconti sulla propria vita mettendo a confronto idee, pregiudizi, difficoltà delle relazioni. Emergono così i temi della violenza, del rapporto uomo-donna, del dolore, del carcere, del gioco, dello sport, della musica, degli amori e delle occasioni perdute. Lo spettacolo si intitola “Come semi d’autunno”, cioè quei semi che vengono messi a dimora d’inverno in attesa del loro germogliare in primavera. Semi d’autunno sono dunque le potenzialità che possono emergere da ogni persona nella introspezione, nel confronto e nello scambio.  

 

Il progetto vede insieme sul palco nove detenuti del carcere di Pescara che hanno frequentato il laboratorio di teatro condotto da un regista professionista, quattro tutor e quattro studenti-studentesse.